Attenzione Questo sito utilizza i cookie per fornire una migliore esperienza di navigazione. L'utilizzo di questo sito implica la tacita accettazione della nostra Informativa sui Cookie. CHIUDI
Cerca per produttore

Filtra prodotti Filtra prodotti

PARASSITI INTESTINALI

Il termine parassita deriva dal greco: “Para” significa presso e “sitos” cibo. Un parassita e, dunque, un organismo che vive a spese di un altro. Nel nostro organismo possono insediarsi più di 130 tipi diversi di parassiti, dai microscopici protozoi, monocellulari, alla tenia che, invece, può essere lunga vari metri. L’idea di poter ospitare nel nostro corpo dei parassiti provoca grande ribrezzo nella maggior parte delle persone, che preferiscono rimuovere il pensiero di questa eventualità o credono che osservando le normali norme igieniche in uso presso i paesi industrializzati sia impossibile cadere vittime di una parassitosi. Questa convinzione, tuttavia, è pericolosa perché porta a non individuare i fattori di rischio ed a sottovalutare i sintomi che potrebbero identificare una infezione parassitaria.

Secondo gli esperti, molti problemi cronici di salute, dipendono da una mancata diagnosi di parassitosi. Si tratta di un’epidemia nascosta, sconosciuta alla maggior parte dei medici, il cui riconoscimento, alla fine, potrebbe chiarire il segreto di numerose malattie croniche. Risale al 1976 la prima indagine a livello nazionale del CDC (Center of Disease Control) in USA sull’incidenza delle parassitosi.

I risultati hanno indicato che, mediamente, che una persona su 6 ospita uno o più tipi di parassiti. Il dottor Louis Parish, invece, ha individuato un’infezione parassitaria in 8 pazienti su 10. Sulla base delle proprie esperienze ha valutato che, attualmente, il 25% degli abitanti di New York è portatore di parassiti. Secondo altre valutazioni la metà degli americani verrebbe colpita da parassitosi almeno una volta nella vita.

Il raggio di azione dei parassiti è inaspettatamente vasto. I principali intrusi si insediano nell’apparato digerente e nel sistema vascolare e linfatico.

Nel tratto intestinale possono provocare problemi digestivi come: flatulenza, stitichezza o diarrea. Inoltre, i parassiti si fissano sulle mucose intestinali “cibandosi” del proprio ospite. Non è quindi solo la tenia a provocare uno stato di malnutrizione, con conseguente stanchezza, apatia, depressione, disturbi di concentrazione e problemi di memoria, ma anche molti altri parassiti più piccoli. Inoltre i parassiti possono irritare, infiammare e addirittura perforare le pareti intestinali aumentandone la permeabilità e permettendo a grandi molecole non digerite di attraversarle, per finire poi nel flusso sanguigno scatenando, così, le conseguenti allergie o intolleranze alimentari.

I parassiti possono stabilirsi anche nelle articolazioni e nei muscoli formando cisti e provocando infiammazioni. I dolori che si avvertono vengono spesso attribuiti superficialmente all’artrite. I parassiti possono anche arrivare al cervello o formare granulomi nei polmoni, nel fegato, nell’utero e in altri organi. Le tossine del loro metabolismo possono aggredire il sistema nervoso centrale provocando irrequietezza, depressioni e paure. Se i parassiti penetrano nella pelle possono favorire l’insorgere di esantemi, eczemi, gonfiori, noduli cutanei (papule), ulcere o dermatiti pruriginose.

I parassiti possono costituire uno dei fattori di sviluppo dell’AIDS. I ricercatori della University of Virginia School of Medicine, ritengono che esista un legame tra un’epidemia infettiva da ameba scoppiata due anni prima che i primi casi di AIDS si manifestassero a San Francisco e la successiva diffusione di questa temibile malattia. Le amebe producono una sostanza in grado di distruggere le cellule difensive del sistema immunitario preposte alla neutralizzazione del virus HIV. Se queste sostanze vengono immesse nel sangue, i virus possono moltiplicarsi senza limiti, scatenando il proprio potenziale mortale.

La dottoressa Hulda Regehr Clark, ricercatrice e scrittrice americana, ha scoperto che diversi trematodi, tra cui il distoma intestinale e quello epatico, che generalmente sono presenti nel nostro organismo in forma adulta, possono portare a termine le sei fasi del proprio sviluppo se nell’organismo sono presenti solventi, In questo modo possono lasciare l’organo nel quale normalmente risiedono e portare a termine il proprio sviluppo in un altro organo o in qualsiasi altra parte dell’organismo. Secondo le ricerche effettuate dalla dottoressa Clark, una volta iniziata la riproduzione possono insorgere numerosi tipi di tumore. Anche la malattia di Alzheimer, il diabete, il morbo di Hodgkin e molte altre malattie possono essere attribuite al distoma ospitato.

Nella medicina popolare la cura delle parassitosi venne affidata, da sempre, a delle sostanze vegetali come l’aglio (noto storicamente, anche, per proteggersi dalle pestilenze, mettendo delle teste d'aglio nei lunghi "becchi" dei cappucci dei medici cinquecenteschi) usato, anche, come collana o legato sulle porte delle case come prevenzione delle malattie (vampiri). Tutt’oggi, a nostro parere, l’aglio, nella sua formulazione liquida, rimane uno dei rimedi più efficaci per combattere o prevenire la parassitosi intestinale.

Vi informiamo che quanto esposto ha uno scopo esclusivamente informativo, non è un incoraggiamento all’auto medicazione o all’auto-diagnosi, infatti diagnosi e terapia sono di competenza esclusivamente del proprio medico curante, il quale va sempre interpellato da chiunque accusi una sintomatologia o una qualsivoglia patologia. Tratto da “L’erborista” gennaio-febbraio 1999 Tecniche Nuove