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Era già scritto sui muri – direbbe qualcuno – che Graziella ed io avremmo cominciato un giorno a mettere nero su bianco le informazioni che da anni cerchiamo di divulgare con semplicità e passione.
Quel giorno è arrivato e così il Cammino Sottile comincia con questa visione
interdisciplinare della Vita, dove sempre più spesso si evidenzia come ci sia un disegno interpretativo comune del suo significato, anche se le varie descrizioni utilizzano linguaggi apparentemente diversi. Ci condurrà in questo viaggio una voce sola, perché la Vita per noi è come una danza che viene interpretata da singoli ballerini che necessariamente si perdono nell’insieme coreografico”.
Credo che capiti di frequente, o quanto meno così dovrebbe accadere, di arrivare a un certo punto della vita e cercare di valutare dove siamo e cosa stiamo facendo, soprattutto per comprendere se per noi quello che stiamo facendo ha un valore e un senso. A dire il vero, proprio per non perdersi nei meandri della quotidianità, che tende a creare una ripetitività noiosa con il pericolo di allontanarci di fatto dal piacere e dalla gioia, questa valutazione sarebbe da effettuarsi spesso, nell’arco della vita.
Capire dove ci troviamo, come ci stiamo muovendo e quali sono i nostri limiti, o meglio, quali sono le nostre potenzialità, ci orienta e ci fa comprendere che ciò che stiamo facendo ha un senso compiuto e importante nella realizzazione del nostro percorso di vita. In questo modo abbiamo l’opportunità di accrescere il nostro senso di autostima, strumento importante, anzi indispensabile, per una crescita armoniosa, stimolante ed efficace dal punto di vista evolutivo.
Abbiamo vissuto molte esperienze, incontrato molte persone e percepito effetti più o meno favorevoli, in base alle relazioni che abbiamo costruito e che hanno condizionato la nostra vita. Cosa dire ad esempio di quegli amici di sempre, incontrati al tempo della scuola, con i quali abbiamo condiviso esperienze significative e che un bel giorno ci raccontano un sacco di fandonie, per mascherare, con una modalità evidentemente infantile, le proprie incongruenze e la propria incapacità di comunicare apertamente i propri sentimenti? Cosa dire invece di ‘quelli che’, come dice Giorgio Gaber, ‘finché gli servi e ti possono sfruttare va tutto bene, ma poi quando cambia il vento (ndr. di solito interessi personali legati al denaro o al potere personale), ti liquidano in due secondi offendendoti con una mail?
Appare evidente che, quando tutto va bene, è facile mantenere un ‘buon’ rapporto ed essere disponibili con l’altro, ma quando cominciano le prime difficoltà, e trovare un accordo con l’altro diventa complicato, le persone si rivelano per quello che sono. “Fai quello che dico ma non fare quello che faccio”: credo che questa sia una frase molto illuminante per comprendere come oggi, sempre più spesso, si viva in un mondo di apparenze e di illusioni, dove il senso di integrità e di congruenza sono troppo spesso messi al bando.
In quest’ottica di profonda revisione, mi sono reso conto che la maggior parte delle informazioni che ho raccolto negli ultimi anni, attraverso seminari, conferenze e quant’altro, hanno una matrice comune: parlano tutte degli stessi concetti pur utilizzando linguaggi diversi. L’intento che mi sono ripromesso, attraverso questo libro, è proprio quello di cogliere questi tratti comuni, che ho cercato di integrare nella mia vita, non solo professionale, per metterli a disposizione, con semplicità e chiarezza espositiva, di chiunque abbia il tempo, la volontà e la pazienza di crescere e far crescere le persone con cui si relaziona nella quotidianità.
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