PIANTE TINTORIE
ANIMA di FOGLIE colorazione dei tessuti con eco-printing Marianna Sauro
La tintura naturale è un’arte antichissima che nell’ultimo periodo è tornata in auge per il suo aspetto ecologico e creativo .Il giallo cipolla, il viola sambuco e il marrone mallo di noce sono solo alcuni tra i colori che si possono ottenere. Tutta la gamma cromatica offerta dalla natura è valida: ogni vegetale ha un proprio rapporto individuale con la terra e la luce del sole, che rende unico il principio tintorio in esso contenuto e dà luogo ad una tonalità originale.
La tintura è un’operazione che avviene per mezzo di un bagno in cui sono disciolti questi prodotti coloranti. Si applica a molti materiali come cuoio, pelli, legno, capelli, ma l’ambito più importante è quello che interessa le fibre tessili, i filati e i tessuti. Non vanno dimenticati gli utilizzi delle piante queli coloranti dei prodotti cosmetici! Sono molto usati per la tintura naturale fiori, foglie, radici, cortecce, frutti.
Ecco alcuni esempi per fare
ARANCIONE: si può usare la bixa orellana, l’iperico il melograno;
BLU: baptisia, altea, ginepro, mirtillo bacche, Guado o Indaco (Indigofera tinctoria) in foglie.
MARRONE: catecù (terracattù),il caffè, il castagno in bucce e ricci o la noce in mallo e foglie.
BEIGE: ippocastano corteccia e foglie, the nero, noce foglie e mallo, rovere corteccia, erica (beige/rosato)
GIALLO: il cartamo (Carthamus tinctorius), la Cipolla (Allium cepa) in bucce; il curcuma (radice usata anche in cucina), la ginestra, reseda, zafferano in pistilli ( più verso l’oro e comunque dal costo improponibile!!), achillea, betulla, caglio, erisimo, guaiaco, olmo campestre, verga d’oro, equiseto, crespino (giallo/marrone)
ROSSO: l’alcanna, il classico hennè (lawsonia inermis), la tormentilla, il papavero fiori la cocciniglia (parassita dei fichi d’india), i petali del papavero rosso, il Kermes (parassita delle querce), o la radice di robbia (rosso lacca)
VERDE: chenopodio (verde muschio), ortica (verde muschio), indigofera (verde grigio), menta, spinacio, ruta e the verde, camomilla in fiori o edera in foglie. Quasi tutte le piante possono essere usate per tingere. I colori si possono estrarre, a seconda delle specie, dai fiori, dalle foglie, dai frutti, dalle radici e dalle cortecce. Nel raccogliere le piante tintorie bisogna cercare di non spogliare le fronde di un cespuglio, di lasciare parte delle radici nel terreno, di raccogliere solo una parte dei fiori, di non portare via tutte le bacche.
NERO: rumice, ninfea, frassino (grigio scuro)
Il potere colorante delle piante dipende da molti fattori: conformazione del terreno, clima, momento della raccolta. Per cui, i fiori devono essere raccolti al mattino: le foglie si raccolgono ben sviluppate, le bacche ed i frutti ben maturi, le cortecce e le radici ad inizio primavera. Non potendo adoperare le piante fresche, molte mantengono la loro efficacia anche se fatte seccare, purchè vengano lasciate a rinvenire per qualche tempo in acqua prima del loro utilizzo.
I colori naturali si prestano a tingere molto bene la lana e la seta; più difficile è ottenere buoni risultati con il cotone o altre fibre vegetali come canapa, che hanno bisogno di un trattamento particolare. In alcuni casi prima di tingere bisogna preparare le fibre tessili con la mordenzatura, prodotto che rende solubile in acqua il colorante facendolo penetrare tenacemente nelle fibre. Si prepara un decotto ottenuto macerando o facendo bollire i vegetali con acqua. Si immergono le fibre, precedentemente bagnate o mordenzate, nel bagno colore, preparato con il decotto diluito e riscaldato. A volte il bagno colore non si esaurisce con la prima immersione e può essere usato come bagno di recupero per successive tinture che risultano più chiare.
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