Vite rossa
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22 Ottobre 2022Rosa canina
8,50 €
Rosa canina L.
100 g frutti senza semi/frutti polvere
Nome botanico: Rosa Canina L.
Famiglia: Rosacee
Descrizione: pianta perenne, si sviluppa in siepi fitte, alte da 3 a 4 metri. Il fusto è verdastro ed ha rami ricoperti di aculei; le foglie sono dentate, i fiori, delicatamente profumati, sono rosa pallido con stami gialli; I frutti, chiamati cinorrodi, sono costituiti da un achenio peloso racchiuso in un falso frutto ovoidale. Conosciuta anche come rosa di macchia, cresce spontanea nelle radure, nei terreni incolti ricchi di humus e nei boschi cedui dell’Europa temperata, fino ad un’altitudine di 1300 metri. E’ l’antenata delle rose coltivate.
Parti usate: possono essere impiegate tutte le parti della pianta. I fiori e le foglie vengono usati in fitoterapia per la preparazione di infusi e tisane; con i semi vengono preparati anche antiparassitari; con i petali dei fiori viene preparato il miele rosato, in tisana, sono utili per combattere la dissenteria e, se spremuti, possono costituire un buon collirio.
Componenti principali: fiori e foglie contengono vitamine A, B, C, E, K, PP, tannini e pectine. I frutti sono ricchissimi in vitamina C, presente in quantità fino a 50-100 volte superiore rispetto agli agrumi tradizionali (arance e limoni). La polpa e la buccia del frutto contengono anche bioflavonoidi, ovvero fitoestrogeni, che esercitano un’azione sinergica alla Vitamina C, favorendone l’assorbimento da parte dell’organismo.
Proprietà: antidiarroiche, depurative, ricostituenti, toniche ed energizzanti. Ottimizza la circolazione del sangue e stimola le difese immunitarie a livello respiratorio Per uso topico la pianta è apprezzata per la sua azione antisettica, astringente e cicatrizzante. Ha un’importante azione nelle flogosi acute che comportano alterazioni delle mucose, soprattutto, quando siano associate delle componenti allergico-asmatiche.
Indicazioni: i frutti sono depurativi ed astringenti e vengono sfruttati nelle avitaminosi e negli stati di astenia. Le galle, per l’elevato contenuto in tannini, sono indicate come astringenti e toniche. Hanno un’azione lenitiva, utile in prodotti doposole. I decotti sono usati per l’igiene orale e contro le impurità della pelle.
Uso in cucina: i frutti raccolti dopo la prima gelata servono a preparare conserve e marmellate. Seccati e macerati in acquavite e zucchero danno un ottimo liquore; seccati e tritati si possono usare come un the, mentre seccati e ridotti in farina sono stati utilizzati anticamente per fare una specie di pane.
Preparazioni: per dosaggi e preparazioni personalizzate, consultare sempre il proprio medico
Tintura di rosa canina contro raffreddori o ipovitaminosi: bollire per venti minuti 4 grammi di frutti di rosa canina in 100 ml di acqua. Filtrare il macerato comprimendolo e berne due tazze al giorno.
Maschera di bellezza: si ottiene omogeneizzando con frullatore i “frutti” freschi, (tagliati, svuotati con cura e lavati più volte per eliminare i peli aguzzi che possono conficcarsi nella pelle) ed è efficace per schiarire, levigare e tonificare la pelle.
Curiosità: deve il nome “canina” a Plinio il vecchio, che la chiamò “cynorrodon”, parola con significato letterale di “rosa di cane”, affermando che un soldato romano, con un decotto delle sue radici, guarì dalla rabbia contratta da un cane. Altri sostengono che il nome del genere, rosa, deriverebbe dal sanscrito “vrad o vrod “= “flessibile” con allusione alla flessibilità dei rami; secondo altri dal celtico “rhood o rhuud” = “rosso”. Il nome delle specie deriverebbe dal greco “Kynosbator” “kynos” = “cane” e “batos” = “arbusto spinoso” , da ricollegare all’uso della radice per curare l’idrofobia. Nel Medioevo era comunemente usata in rimedi tradizionali per problemi alle vie respiratorie, e i frutti erano molto popolari nei dolci. Nel 1597, l’erborista Gerard scrisse che erano “i piatti più piacevoli nei banchetti, come tartine e simili”. La leggenda narra che il grande Apuleio riacquistò forma umana da asino che era diventato, mangiando rose canine. E si narra che S. Francesco, quando cercò un roseto dove rotolarsi, non fu accolto da rose di siepe che da allora, per venerazione, deposero le proprie spine. Si dice anche che la rosa canina potrebbe essere uno degli alberi scelti dall’apostolo Giuda per suicidarsi dopo aver tradito il Cristo: in tedesco, infatti, i semi della rosa canina sono chiamati JUDAS-BEEREN, cioè le “bacche di Giuda”. Già Ippocrate e Galeno e più tardi la medicina araba ritennero la marmellata di rosa canina come il rimedio più efficace contro il flusso del sangue dai polmoni (così essi chiamavano la tisi polmonare). Ogni tipo di rosa ha evocato nel linguaggio dei fiori un sentimento o un messaggio. La rosa canina indica l’Indipendenza ma anche la Poesia
Quanto riportato, è tratto da materiale di libera consultazione sul Web. Il Laboratorio d’Erbe Sauro non è responsabile della diffusione di informazioni che si rivelassero non rispondenti a verità o dell’uso improprio dei prodotti menzionati. Pertanto, la letteratura di cui sopra è da intendersi come approfondimento culturale: non sostituisce la diagnosi del medico, che si consiglia di consultare sempre, prima dell’assunzione di qualunque rimedio, soprattutto in presenza di patologie o disturbi contro i quali si stiano assumendo altri farmaci.
Confezione | 100 g frutti polvere, 100 g frutti senza semi |
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