
Argento colloidale – Jean Patrick Bonnerdel
22 Ottobre 2022
Quassio o quassia amara
22 Ottobre 2022Muschio quercino
5,50 €
Evernia prunastri
100 g tallo taglio tisana
Nome botanico: Evernia prunastri
Famiglia: Usneacee
Componenti principali: Acido evernico, acido usnico, orcinolo, everninato di metile
Descrizione: è un tipo di lichene molto usato moltissimo nell’industria dei profumi. Si trova nelle foreste con clima temperato soprattutto nell’Europa Centrale. Cresce principalmente sul tronco e sui rami delle querce, ma si trova anche su conifere, come l’abete ed il pino. Il tallo del muschio quercino è corto e cespuglioso, crescendo forma masse consistenti e diramate, simili alle corna del cervo. Il colore va dal verdastro-bianco quando è secco, e verde oliva o giallo-verde, di consistenza gommosa quando è fresco e bagnato. Viene usato spesso sotto forma di olio essenziale come fissativo dei profumi e forma le note di base di molte fragranze. Questo lichene ha un odore complesso, che può essere descritto come legnoso, acre e un po’ dolce. Quello che cresce sui pini ha, invece, uno spiccato odore di trementina. E’ noto soprattutto il suo olio essenziale, anche se le sommità del muschio quercino hanno effetti emollienti e lassativi, ma sono da usare con molto prudenza. In aromaterapia il suo interesse è legato alle caratteristiche del suo profumo: come in altri oli essenziali come il sandalo e l’angelica, sono presenti sostanze che mimano l’effetto dei feromoni, che giocano un ruolo importante per l’attivazione dei segnali di richiamo legati alle funzioni dell’accoppiamento e della riproduzione.
E’ un profumo equilibrante, rilassante, afrodisiaco, particolarmente indicato contro lo stress e in casi di insonnia e di calo del desiderio sessuale. Applicato sulle mani e sui piedi ogni mattina, aiuterebbe ad affrontare le situazioni con più forza e sicurezza.
Attenzione: L’olio essenziale di muschio quercino deve essere sempre utilizzato diluito.
Curiosità: Gli antichi Egizi lo usavano per fare il pane: questa usanza è stata mantenuta anche da arabi e copti (secondo Sharnoff, 1997). E’ stato anche adoperato per tingere la lana di colore viola: prima dell’uso, veniva trattato con acqua e ammoniaca, poi lasciato fermentare per due o tre settimane. Verso la metà dell’800 era considerato astringente ed un febbrifugo, raccomandato contro le patologie polmonari. La Farmacopea del 1846 lo indica come tonico contro la debolezza intestinale.
Cod: MQ1123
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